Concetti complessi ma accessibili a tutti. La caratteristica di uno scrittore che aveva qualche sassolino nella scarpa e per togliere questi sassolini non c’è altro rimedio che scrivere un capolavoro intitolato “1984”. Il titolo indica l’anno nel futuro nel quale è stato ambientato il romanzo e deriva dall’inversione delle ultime due cifre (1948 anno in cui è stato scritto). Spirito critico verso la manipolazione dell’odio e dell’ignoranza uno spirito dove George Orwell ci mostra un mondo nel quale il ‘Grande Fratello’ utilizza la paura e l’odio verso un nemico sempre diverso per mantenere il controllo sulla popolazione. Per farla breve il lavoro di Orwell gira attorno a tre superstati in guerra tra loro e organizzati in modo da controllare il pensiero ed ogni azione dei propri abitanti. La storia è ambientata a Londra in un tempo futuro rispetto agli anni in cui è stato scritto il racconto, un periodo in cui la città è in totale decadenza. I paesaggi sembrano lo specchio dello stato d’animo della popolazione: sembrano anche loro sottomessi al Grande Fratello. Gli unici luoghi che non sembrano ancora contaminati dal regime sono la campagna, descritta come un luogo aperto e vivo, e la stanza dove Winston e Julia si incontrano, un luogo accogliente dove è ancora possibile trovare la privacy che, altrove, è stata portata via dai teleschermi. Nato a Motihari, un distretto dell’India, il 25 giugno 1903 e morto a Londra, il 21 gennaio 1950, Orwell è stato a suo modo un anticonformista, nelle vesti di giornalista, attivista politico, saggista, scrittore e critico letterario. Povero George che per tutta la sua carriera si è sentito minacciato dalla chiesa cattolica che gli rimproverava la mancanza di Dio e del suo essere anti clericale i soliti pulpiti da cui provengono certe prediche lasciano sempre il tempo che trovano. Ateo, libero, anti conformista contro tutti e tutto. Orwell vedeva nel futuro un apocalisse nucleare dove il mondo diviso in superpotenze impegnate a farsi la guerra mentre controllano i propri cittadini. Ci ha visto molto bene il caro Orwell. “Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato” una citazione nella quale mi trovo totalmente d’accordo perché proprio su questa citazione che Orwell ha basato il suo lavoro di scrittore proletario e libero che come tale è riuscito a concedersi un po’ piu’ di intimità rimanendo fuori dall’orbita del Grande Fratello per fortuna. Orwell aveva intuito il grande potere della propaganda, che proprio tra la prima e la seconda Guerra mondiale aveva avuto il suo picco di massima espansione. Nella vita di una democrazia sono centrali la libera informazione e la stampa che devono essere sempre in grado di poter contraddire il potere costituito. Ma se pensiamo al fenomeno delle fake news, cioè la costruzione e la diffusione di notizie palesemente false della nostra epoca ad alto tasso di democrazia, ecco che 1984 ci appare di un’attualità disarmante. 1984 è perennemente presente nella classifica dei libri più venduti di quasi tutti i paesi occidentali, Italia compresa, come a dire che la sua lettura è un esercizio di grande catarsi collettiva.